La Corte dei Castiglioni di Monteruzzo

Dalla Piazza Garibaldi percorrendo il breve tratto di Via Cavour si raggiunge la sede della Pro Loco; a destra, una piccola piazza fa da atrio a due interessanti dimore patrizie: Casa Clerici e il Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo.

La prima vanta un bellissimo cortiletto interno e il parco che, sorretto dai vecchi bastioni a difesa del Borgo, raggiunge il Mulino. Da questi spalti, secondo la testimonianza del Vescovo Pizolpasso del 1431, i nobili assistevano alla conclusione delle battute di caccia dette “alla Bavarese”, spesso capeggiate dal nostro Cardinale.

Interessantissimo il Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo, il cui ingresso principale, decorato con stemma marmoreo dei Castiglioni e con affresco dell’Annunciazione molto deteriorato, si trova poco oltre, verso il Mulino. Da vedere il cortile d’ingresso ad arco in mattoni a vista. Divenuto proprietà comunale, risale al XIV secolo con aggiunte in epoche successive.

Su una facciata in mattoni ed in parte a ciotoli da fiume, si aprono tre belle finestre in cotto molto decorate, sotto le quali cinque archi a sesto acuto danno ariosità e leggerezza all’edificio. Significativi gli affreschi con scene di caccia che richiamano all’affrescatura della Camera del Cardinale nel Palazzo Branda Castiglioni.

Ritornando verso la sede della Pro Loco, percorrendo Via Roma e oltrepassando l’arco si raggiunge il Castello di Monteruzzo – Centro Congressi, villa padronale ottocentesca immersa in un grande parco, realizzata ispirandosi ad architetture storiche, probabilmente costruita su insediamenti più antichi.

Felicissima la scelta della posizione, che dalla collina domina tutta la valle dell’Olona.

Bellissima la veduta del borgo antico.


MAP - Museo di Arte Plastica

Attualmente i preziosi ambienti interni della Corte dei Castiglioni di Monteruzzo fanno da cornice al Museo di Arte Plastica (MAP) e alla sua collezione di opere di artisti contemporanei come Man Ray, Giacomo Balla, Enrico Baj e molti altri.

Una preziosa collezione di proprietà della famiglia Mazzucchelli che negli anni ’70 impiegò in un laboratorio noto con il nome di “Polimero Arte” artisti di diverse culture per la sperimentazione e la lavorazione di materiali plastici.